Lo smart working (o meglio, il remote working), che ha permesso di salvaguardare continuità operativa e posti di lavoro durante il periodo di emergenza sanitaria, rimarrà una modalità di esecuzione della prestazione ancora fondamentale nei mesi di convivenza con il virus.
Molte imprese, anzi, valutati i benefici per i lavoratori e la produttività, hanno ritenuto di volerlo incentivare anche in futuro: Twitter, ad esempio, ha annunciato che anche al termine della pandemia i dipendenti potranno decidere se rientrare in ufficio o continuare a lavorare da casa per un tempo indefinito.
Ripensare lo smart working
Per prima cosa, appare necessario recuperare lo spirito originario dello smart working, da intendersi come lavoro agile e non come “lavoro da casa”: i mesi appena trascorsi hanno costretto il lavoratore ad operare dal proprio domicilio, ove forzatamente si trovava, ma tale modalità è più equiparabile al telelavoro.
Lo smart working consiste in una modalità di prestazione a carattere volontario, basata su flessibilità e obiettivi e trasferire la postazione di lavoro dai locali aziendali all’abitazione non può, dunque, essere considerato smart working.
Sarebbe, perciò, opportuno cogliere l’opportunità dei cambiamenti in atto per ripensare e reimpostare l’organizzazione aziendale, programmando anche una formazione per i manager sui temi della leadership e del controllo e uno specifico percorso per i lavoratori, al fine di assicurare la loro salute e sicurezza, ma anche il corretto trattamento di dati personali e informazioni aziendali.
Policy, regolamenti e controlli nello smart working
Durante i mesi appena trascorsi, al fine di permettere l’uso del lavoro agile anche alle imprese che non erano pronte, sono state previste notevoli semplificazioni, che verranno meno a partire dal prossimo 31/07/2020, al termine dello stato di emergenza.
Sarà, perciò, nuovamente necessario sottoscrivere accordi individuali con i lavoratori che intendano fruire del lavoro agile, avendo cura di predisporre anche adeguate policy aziendali per l’uso dei sistemi informatici e specifici regolamenti disciplinari che individuino le condotte sanzionabili e le concrete modalità di controllo da parte del datore di lavoro.
In mancanza di simili documenti, le informazioni ottenute attraverso eventuali controlli non potranno essere utilizzate a scopo disciplinare.
Parallelamente, è fondamentale una completa informativa sui rischi per la salute e la sicurezza del lavoratore, con un puntuale programma di formazione e informazione relativo all’organizzazione degli spazi e dei tempi per la salvaguardia della salute fisica e psicologica dei dipendenti.
Si tratta, dunque, di un lavoro importante e impegnativo, sia per la redazione di documenti tecnici essenziali, sia per la corretta preparazione di tutto il personale coinvolto.