È tornata di moda FaceApp, l’app che lo scorso anno imperversava sui social, permettendo di vedere la propria immagine invecchiata e che tante polemiche aveva sollevato sulle questioni relative alla privacy.
Negli ultimi giorni, moltissimi utenti hanno ricominciato a condividere il proprio volto, modificato stavolta con un filtro che permette di trasformare un viso maschile in femminile e viceversa.
Come funziona FaceApp
Scaricando FaceApp, disponibile per Android e iOS, è infatti possibile accedere ad un menu comprendente anche l’opzione “sesso”: selezionata la fotografia, si può cliccare sulla versione femminile o maschile e salvare l’immagine così modificata grazie all’intelligenza artificiale per condividerla sui social o via chat. Attenzione, il servizio non può essere utilizzato da minori di 13 anni.
FaceApp e privacy
FaceApp è stata inizialmente realizzata da Wireless Lab, società con sede a San Pietroburgo, fondata e diretta da Yaroslav Goncharov, ex manager di Yandex, il motore di ricerca più utilizzato in Russia. La circostanza aveva contribuito ad aumentare le preoccupazioni per la privacy, nel dubbio che le immagini ed altri dati personali degli utenti potessero essere lì trasferiti.
A seguito delle polemiche, sono intervenute delle modifiche nell’informativa privacy, il cui ultimo aggiornamento risale al 4 giugno 2020.
È cambiato innanzitutto il titolare del trattamento, che risulta oggi non più Wireless Lab, ma FaceApp Inc., società con sede negli Stati Uniti e contattabile per l’esercizio dei propri diritti all’indirizzo e-mail privacy@faceapp.com.
È stata, inoltre, inserita una sezione dedicata agli utenti europei con l’indicazione della base giuridica dei trattamenti e dei diritti che il GDPR riconosce agli interessati.
L’informativa privacy di FaceApp
Secondo quanto indicato nell’informativa privacy, FaceApp richiede l’autorizzazione ad accedere alla fotocamera o alla galleria immagini, ma non raccoglie altre fotografie o altri file oltre a quello che si sceglie di modificare. La fotografia che si carica sull’app per la modifica viene crittografata e la chiave memorizzata localmente sul dispositivo, in modo che questo sia l’unico in grado di visualizzarla.
È possibile, tuttavia, che i metadati del file, come ad esempio il tag di geolocalizzazione, anche se non richiesti vengano associati alle foto per impostazione predefinita.
Le informazioni cui FaceApp ottiene accesso non si limitano, tuttavia alle immagini, potendo riguardare anche (ma non solo) il sistema operativo, il produttore, il modello e l’ID del dispositivo, il tipo di browser utilizzato, la risoluzione dello schermo, l’indirizzo IP e il Paese di localizzazione, l’ID di Google Advertising e di Apple Advertising, il sito web visitato prima di FaceApp.
Vengono trattate, inoltre, informazioni sull’uso dell’app, come ad esempio la lingua scelta, la data e l’ora dell’installazione e dell’ultimo utilizzo, ma anche informazioni sui social media, se si sceglie tale modalità di accesso all’app (nome, cognome ed eventuale alias utilizzato sul social media, numero di “amici” sulla piattaforma e, se previsto dalle impostazioni del network, come ad esempio Facebook, un elenco degli stessi, anche se questi non utilizzino il servizio FaceApp).
Conservazione dei dati personali su FaceApp
Le informazioni raccolte vengono conservate sui cloud di Amazon Web Services (negli Stati Uniti) e Google Cloud Platform (nel Paese più vicino a quello dell’utente tra quelli disponibili), per un periodo massimo di 48 ore. L’utente che lo desideri, comunque, può richiedere la cancellazione dei propri dati prima delle 48 ore.